Durante le ultime settimane, nel periodo estivo, sono intervenuti alcuni cambiamenti e modifiche in ambito immigration, principalmente introdotte con il Decreto cd. “Cutro” (D.L. 20 marzo, n. 23, convertito nella Legge 5 maggio 2023, n. 50) e il Decreto cd. “PA bis” (D.L. 22 giugno 2023, n. 75, convertito nella Legge 16 agosto 2023, n. 112).
Attività lavorativa prima della firma del contratto di soggiorno
Il Decreto Cutro ha introdotto un’importante novità per quanto riguarda i permessi di soggiorno per lavoro, in base alla quale gli stranieri entrati in Italia a seguito di rilascio di nulla osta al lavoro, possono iniziare a svolgere attività lavorativa anche se non ha ancora sottoscritto il contratto di soggiorno presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione. Ciò si applica sia agli ingressi intra che extra quota (quindi Carte Blu UE, ICT ecc.) sia quando manca il nulla osta in forza di un Protocollo di Intesa Ministero dell’Interno e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Conversione dei permessi di soggiorno per studio
Lo stesso Decreto Cutro ha stabilito che la conversione dei permessi di soggiorno per motivi di studio possa avvenire ora fuori dal sistema delle quote, senza alcuna restrizione numerica, e prima del completamento del corso di studi in Italia, anche qualora il percorso di studio non si sia concluso in Italia ma all’estero.
La nuova possibilità di ingresso “fuori quota”
Il decreto PA bis ha introdotto, inserendo la lettera “i-bis” al co. 1 dell’art. 27 D.Lgs. 286/1998, una nuova possibilità di ingresso al di fuori delle quote predisposte annualmente con il “decreto flussi”. I beneficiari di questa nuova tipologia di visto e permesso di soggiorno saranno i lavoratori provenienti da paesi non appartenenti all’Unione Europea, i quali abbiano già maturato esperienza lavorativa (di almeno 12 mesi negli ultimi 4 anni) presso imprese italiane o imprese affiliate a entità italiane all’estero, in modo che possano estendere la loro attività lavorativa in Italia. Siamo ancora in attesa di istruzioni pratiche (un decreto di attuazione) su come questo nuovo permesso di soggiorno e lavoro diverrà operativo, ma è indubbio che rappresenti una nuova opportunità per gli stranieri che vogliano lavorare nel territorio italiano.
La (futura?) nuova Carta Blu UE
In attuazione della direttiva UE 2021/1883 il Consiglio dei Ministri ha approvato, lo scorso 17 luglio 2023, uno schema di decreto legislativo, ancora da sottoporre a parere parlamentare, che mira a semplificare e rendere più attraenti le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati. In pratica, con questo decreto legislativo si recepiscono le modifiche comunitarie alla disciplina della Carta Blu UE (EU Blue Card), prevedendo in particolare:
- una formazione superiore minima almeno biennale, anziché triennale, e un diverso parametro di riferimento per la qualifica professionale – i primi 5 livelli del Quadro Nazionale delle Qualificazioni (D.Lgs. 13/2013) anziché le prime 3 categorie della classifica ISTAT delle professioni;
- una maggiore possibilità di accesso alla Carta Blu UE per gli stranieri altamente qualificati perché sarà possibile considerare l’expertise acquisita lavorando invece del possesso di un titolo universitario;
- i familiari di cittadini UE potranno richiedere la Carta Blu UE, possibilità al momento esclusa;
- durata minima della proposta di contratto di lavoro abbassata a 6 mesi anziché 12;
- possibilità di convertire la Carta Blu UE in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, lavoro autonomo o studio.
Il team Immigration di LCA è a disposizione per ulteriori chiarimenti sulle questioni sopra menzionate e vi terrà aggiornati sulle ultime novità della legge italiana sull’immigrazione.
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