A seguito delle recenti indagini della Procura della Repubblica nei confronti di operatori economici e personale dipendente del Comune di Milano – relative alle ipotesi di contravvenzioni edilizie previste dagli articoli 30 e 44, lett. b) e lett. c) del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’edilizia) e alla fattispecie di abuso d’ufficio ai sensi dell’articolo 323 c.p. – la Giunta Comunale del Comune di Milano con deliberazione n. 199/2024 ha approvato la proposta di deliberazione n. 256/2024 dell’Assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, recante “linee di indirizzo per lo sviluppo delle attività amministrative in materia urbanistico-edilizia”.
Nello specifico, gli aspetti problematici degli interventi edilizi contestati sono inerenti alla normativa edilizia e urbanistica vigente in tema di:
- condizioni per la realizzazione di edifici di altezza superiore a 25 mt. ovvero con volumi superi a 3 mc/mq;
- qualificazione degli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici;
- monetizzazione degli standard urbanistici;
- applicazione dell’istituto della segnalazione certificata di inizio attività in alternativa al permesso di costruire.
La proposta di deliberazione dell’Assessore e la conseguente approvazione della Giunta comunale sono state motivate da un’esigenza di natura dichiaratamente cautelativa; infatti, in attesa di un chiarimento interpretativo di natura normativa e/o giurisprudenziale sulle questioni controverse e della conclusione dei procedimenti penali pendenti, l’Amministrazione ha ritenuto di aderire alle indicazioni offerte dal GIP di Milano nel recente provvedimento di rigetto di una delle ultime richieste di sequestro della Procura, nell’ambito di uno dei procedimenti penali in corso,. L’Amministrazione, pur sottolineando con fermezza di avere sempre agito nella convinzione della legittimità del proprio operato e che le prassi degli uffici sono state applicate in modo generalizzato per tutti gli interventi della stessa specie, ha adottato un atto di indirizzo politico evidentemente volto ad evitare che eventuali ulteriori e future indagini, riguardanti fattispecie analoghe, possano mettere in dubbio la legittimità di altri interventi edilizi in corso di esecuzione o di approvazione.
La finalità di interesse pubblico generale che giustifica l’adozione di tale atto è quindi quella di evitare l’impatto che l’incertezza normativa e giurisprudenziale sulle questioni contestate, in attesa di indirizzi normativi e interpretativi certi e inequivocabili, potrebbe comportare sull’attività degli uffici amministrativi, del settore delle costruzioni, sul mercato immobiliare della città e, soprattutto, sull’affidamento circa la legittima possibilità di utilizzare gli immobili oggetto degli interventi edilizi, quali luoghi di vita, residenza e occupazione.
Le attività programmate dall’Amministrazione sono inerenti sia ai procedimenti amministrativi già avviati e oggetto di indagini, sia a quelli non oggetto di indagini, ma con caratteristiche analoghe ai primi. Esse riguardano:
In primo luogo: (i) l’individuazione delle pratiche relative a interventi in corso o ultimati, per le quali l’Amministrazione ha evidenza di indagini o per le quali gli operatori coinvolti chiedano verifiche sulla loro regolarità; (ii) l’avvio di un percorso di lavoro finalizzato ad esaminare le possibili ricadute delle interpretazioni normative desumibili dal decreto del GIP di Milano su tali pratiche; (iii) l’individuazione di possibili determinazioni da assumere in relazione agli interventi oggetto di tali pratiche;
In secondo luogo: (i) l’adeguamento delle attività amministrative alle indicazioni fornite dal decreto del GIP di Milano per interventi analoghi alle fattispecie oggetto dei procedimenti penali pendenti e per i quali non si è ancora formato il titolo edilizio e ciò fino a diverse indicazioni operative e a auspicati chiarimenti normativi e/o legislativi; (ii) il conferimento al Direttore della Direzione Rigenerazione Urbana del compito di attuare gli indirizzi sopraindicati, nell’ambito delle proprie attribuzioni, avvalendosi del personale interno ed eventualmente anche di esperti esterni di riconosciuta esperienza; (iii) il coinvolgimento del Comitato per la Legalità, la Trasparenza e l’Efficienza amministrativa, sempre nell’ambito delle proprie attribuzioni, al fine che tale organo possa esprimere eventuali suggerimenti in merito ai temi controversi.
In aggiunta, proprio nella convinzione della correttezza delle prassi e delle procedure applicate, la deliberazione della Giunta esclude l’interesse dell’Amministrazione a costituirsi parte civile nei confronti dei propri dipendenti attualmente indagati nei procedimenti penali aventi ad oggetto le fattispecie di abuso edilizio, fatti salvi futuri e diversi elementi conoscitivi.
Si tratta, a ben vedere, di un atto amministrativo ispirato dalla necessità e da evidenti ragioni di prudenza, ma che – comunque – evidenzia, ancora una volta, l’esigenza di un tempestivo intervento del legislatore ai fini del riordino della materia e del definitivo chiarimento di normative e prassi.
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