Alert | 27.01.2023

Reporting di sostenibilità: entra in vigore la Direttiva CSRD

La Corporate Sustainability Reporting Directive introduce nuove regole in materia di reporting di sostenibilità delle imprese


Marketing & Communication
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Il 16 dicembre scorso è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE la Direttiva UE 2022/2464 (“Direttiva CSRD”) sul reporting di sostenibilità delle imprese (corporate sustainability reporting directive, CSRD). La pubblicazione della Direttiva CSRD fa seguito alla approvazione definitiva del Consiglio dell’Ue, in data 28 novembre 2022, della proposta di direttiva presentata dalla Commissione europea il 21 aprile 2021 nell’ambito del Green Deal europeo e del piano d’azione sulla finanza sostenibile della Commissione.

In un momento in cui i mercati finanziari hanno bisogno di accedere a informazioni in materia ambientale, sociale e di governance affidabili, pertinenti e comparabili affinché il capitale privato sia indirizzato verso il finanziamento della transizione verde e sociale, la Direttiva CSRD persegue un triplice obbiettivo:

  • affrontare le carenze della legislazione attuale sulla dichiarazione di informazioni non finanziarie (NFRD, Non-Financial Reporting Directive) di cui alla Direttiva 2014/95/UE – percepita come largamente insufficiente – prevedendo l’obbligo in capo a talune tipologie di imprese di comunicare, sulla base del principio della “doppia materialità”, informazioni sul modo in cui il loro modello aziendale incide sulla sostenibilità e su come fattori di sostenibilità esterni (come ad esempio cambiamenti climatici e diritti umani) influenzano le loro attività;
  • colmare le lacune nelle norme vigenti in materia di informazioni sulla sostenibilità, arginando il fenomeno greenwashing;
  • migliorare l’informativa sulla sostenibilità, al fine di sfruttare meglio il potenziale offerto dal mercato unico europeo per contribuire alla transizione verso un sistema economico e finanziario pienamente sostenibile e inclusivo, conformemente al Green Deal europeo e agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs).

 

Più nello specifico e in termini pratici, la Direttiva CSRD, che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro 18 mesi dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue, adotta un approccio proporzionato per determinare quali imprese saranno soggette agli obblighi di rendicontazione di sostenibilità; obblighi dettagliati e volti a consentire la comprensione di quanto l’impresa sia sostenibile e a fornire la base per il dialogo con diversi stakeholder.

Gli obblighi di pubblicazione dei dati di sostenibilità aziendale di cui alla Direttiva CSRD si applicano:

  • alle grandi aziende di interesse pubblico (EIP) con più di 500 dipendenti;
  • alle grandi imprese (con più di 250 dipendenti e 40 milioni di euro di fatturato;
  • a tutte le aziende quotate ad eccezione delle microimprese e
  • alle imprese extracomunitarie aventi un fatturato netto di oltre 150 milioni di euro all’interno dell’UE per due esercizi successivi, nonché alle imprese extracomunitarie aventi una subsidiary che si qualifica come PMI quotata e/o succursale con un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro per l’esercizio precedente.

 

Rispetto alla Direttiva 2014/95/UE, le principali innovazioni della Direttiva CSRD sono:

  • l’estensione dell’ambito di applicazione a tutte le società quotate in mercati regolamentati comprese le PMI quotate ma con l’eccezione delle microimprese quotate;
  •  la standardizzazione dei requisiti di rendicontazione della sostenibilità e l’introduzione dell’assurance obbligatoria;
  • l’inclusione delle informazioni nella relazione sulla gestione;
  • un formato di rendicontazione conforme al regolamento sul formato elettronico unico europeo.

 

Le informazioni che dovranno essere incluse nella relazione sulla gestione includono, in particolare:

  • una breve descrizione del modello e della strategia aziendali dell’impresa, che indichi:
    (i) la resilienza del modello e della strategia aziendali dell’impresa ai rischi connessi alle questioni di sostenibilità;
    (ii) le opportunità per l’impresa connesse alle questioni di sostenibilità;
    (iii) i piani dell’impresa atti a garantire che il modello e la strategia aziendali siano compatibili con la transizione verso un’economia sostenibile e con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C in linea con l’accordo di Parigi;
    (iv) il modo in cui il modello e la strategia aziendali dell’impresa tengono conto degli interessi dei suoi portatori di interessi e del suo impatto sulle questioni di sostenibilità;
    (v) le modalità di attuazione della strategia dell’impresa per quanto riguarda le questioni di sostenibilità;
  • una descrizione degli obiettivi connessi alle questioni di sostenibilità definiti dall’impresa e dei progressi da essa realizzati nel conseguimento degli stessi;
  • una descrizione del ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo per quanto riguarda le questioni di sostenibilità;
  • una descrizione delle politiche dell’impresa in relazione alle questioni di sostenibilità;
  • una descrizione:
    (i) delle procedure di dovuta diligenza applicate in relazione alle questioni di sostenibilità;
    (ii) delle principali ripercussioni negative, effettive o potenziali, legate alla catena del valore dell’impresa, compresi le sue attività, i suoi prodotti e servizi, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura;
    (iii) di eventuali azioni intraprese per prevenire o attenuare ripercussioni negative, effettive o potenziali, o per porvi rimedio, e dei risultati di tali azioni;
  • una descrizione dei principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità, comprese le principali dipendenze dell’impresa da tali questioni, e le modalità di gestione di tali rischi adottate dall’impresa;
  • indicatori pertinenti per la comunicazione delle informazioni di cui alle lettere da a) a f).

 

L’obbligo di redigere e rendere pubblico il bilancio di sostenibilità entrerà in vigore per fasi successive. Più precisamente:

  • a partire dall’esercizio finanziario 1° gennaio 2024, l’obbligo del bilancio di sostenibilità CSRD dovrà essere rispettato dalle società che attualmente già redigono una dichiarazione non finanziaria – contenuta nella relazione sulla gestione allegata al bilancio d’esercizio – ai sensi della Direttiva NFRD;
  • se si tratta EIP con oltre 500 dipendenti, i primi reporting di sostenibilità CSRD saranno pubblici a partire dall’inizio del 2025;
  • a partire dall’esercizio finanziario 1° gennaio 2025, toccherà alle grandi imprese rispettare l’obbligo del bilancio di sostenibilità CSRD;
  • a partire dall’esercizio finanziario 1° gennaio 2026 l’obbligo del bilancio di sostenibilità CSRD dovrà essere rispettato dalle PMI quotate;
  • l’esercizio finanziario decorrente dal 1° gennaio 2028 sarà invece quello di riferimento per le imprese di Paesi terzi.

 

Rispetto alle disposizioni vigenti, la Direttiva CSRD individua un nuovo fronte informativo nella disclosure di informazioni sulle principali ripercussioni negative legate all’impresa e alla sua catena del valore. In particolare, la CSRD esplicita ed amplia la frontiera della rendicontazione alla supply chain, non più limitata ai rischi connessi ai criteri genericamente considerati nella “Dichiarazione su Informazioni non finanziarie”, ma estesa ai vari aspetti che caratterizzano il processo di valorizzazione economica, dal business model alle strategie, dai target alla governance, dalle attività di due diligence inerenti ai “sustainability matters”, agli impatti avversi, anche potenziali, della supply chain e alle relative azioni di mitigazione.

L’approvazione della Direttiva CSRD evidenzia come il sustainability (e aggiungeremmo, l’integrated) reporting sarà il futuro della rendicontazione aziendale, che l’Ue ha individuato quale fattore trainante nel percorso di adozione di una economia sempre più sostenibile. Le aziende, complice anche il crescente fenomeno del greenwashing, sono sempre più sotto pressione per dimostrare il loro impegno nella creazione di valore che sia sostenibile a lungo termine e che incorpori le sempre più crescenti aspettative e attenzioni delle persone in materia di sostenibilità, intesa nella più ampia accezione del termine. In tale prospettiva, le disposizioni della Direttiva CSRD aumenteranno il grado di responsabilità delle aziende facilitando la transizione verso una economia sostenibile.

Il tema è caldo e i dubbi circa l’ambito e le tempistiche di applicazione iniziano a farsi strada all’interno delle aziende. Seguiranno quindi approfondimenti circa l’implementazione di questa tanto attesa Direttiva.

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Mid-Level Associate
Federica Marzachì
Mid Level Associate
Martina Terenzi

Marketing & Communication
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