Media | 26.09.2022

Pubblicità digitale, la tutela del consumatore è più ampia

Con l'adesione di Google Italia allo IAP, sulle Adv online intervengono Giurì e Antitrust


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«Il mio è un giudizio estremamente positivo. Si potrebbe quasi dire «meglio tardi che mai», commenta Gianluca De Cristofaro, responsabile del dipartimento Ip di Lca Studio Legale. «Da grande sostenitore dell’autodisciplina, leggo l’ingresso di Google Italy come un segnale di rinnovata centralità e importanza dello IAP come punto di riferimento (anche) nel mondo delle comunicazioni commerciali online. Dal punto di vista pratico, l’impegno assunto da Google dovrebbe portare a un aumento delle comunicazioni commerciali che possono essere assoggettate al vaglio del Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria e delle altre Standard Authorities Europee (e non, v. Asa per Uk). In ciò, sta la rinnovata centralità dello IAP e del suo Giurì, che sarà sempre più spesso chiamato a giudicare campagne online sulle quali, sino ad oggi, rischiava di non avere «giurisdizione». Certo mi aspetto che qualcuno provi a sostenere, per escludere la «giurisdizione» del Giurì, che non ci troviamo di fronte a una classica «clausola di accettazione» presente ormai da tempo nei contratti pubblicitari proposti dalle principali emittenti televisive e testate giornalistiche; ma vedremo. Non escludo, anche se non è scontato, altre adesioni. Google ha voluto lanciare un segnale, che non è detto che gli altri operatori/tech giant vogliano e siano pronti a lanciare (oggi). Penso all’entrata di Tbs Crew (The Blond Salad) nel sistema autodisciplinare; a quel tempo la nota influencer a capo della società ha voluto lanciare un messaggio. Non mi pare ci sia stata una adesione di massa di influencer anche se certamente il dialogo tra Iap e il mondo dell’influencer marketing è oggi particolarmente fitto (penso anche all’adesione di Buzzoole, Openinfluence e 2MyApps)».

L’articolo completo a cura di Federico Unnia su italiaoggi.it.


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