L’applicazione retroattiva di un’interpretazione giurisprudenziale più sfavorevole è consentita quando il risultato interpretativo deteriore sia ragionevolmente prevedibile al momento della commissione del fatto di reato. È questo, in estrema sintesi, il principio affermato dalla Cassazione, da ultimo con le sentenze 37524 della Quinta sezione penale depositata il 28 dicembre 2020 e 1731 della Terza sezione depositata il 15 gennaio scorso.
Qui il commento di Giovanni Morgese pubblicato su Il Sole 24 Ore.