Il 17 dicembre 2020, spinta dall’emergenza sanitaria del COVID-19, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha pubblicato un documento recante le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”. Sul tema, già nel 2014 la Conferenza aveva approvato le Linee di indirizzo nazionali (rep. atti n. 16/CSR), tuttavia l’attuale pandemia ha reso indispensabile un rinnovamento organizzativo e culturale del Sistema Sanitario Nazionale a livello territoriale, rappresentando dunque un’opportunità per favorire l’attivazione di strumenti di sanità digitale, onde ridurre al minimo le potenziali occasioni di contagio.
Infatti, nella prima fase di gestione dell’emergenza sanitaria, sono state sospese le visite specialistiche, di controllo e gli interventi di elezione, riducendo drasticamente l’assistenza rivolta alle persone affette da patologie croniche; inoltre, la ripresa delle attività ambulatoriali erogate in presenza del paziente ha richiesto l’opportuna applicazione di limiti organizzativo-strutturali e logistici che hanno comportato la riduzione degli spazi disponibili e la necessità di incrementare
le procedure di sanificazione degli ambienti.
In questo scenario, la telemedicina potrebbe garantire la massima continuità assistenziale con il minimo rischio di diffusione del virus ad utenti, operatori e familiari, consentendo l’erogazione di servizi a distanza, senza che il paziente o l’assistito debba recarsi presso le strutture sanitarie e rendendo accessibili le cure attraverso l’uso di dispositivi digitali.
Ne parlano Leonardo De Vecchi e Valentina Brovedani in un nuovo alert.