E’ recente la notizia che la Gran Bretagna, dopo l’adesione ufficiale manifestata dall’Italia lo scorso 25 novembre 2016, ha finalmente dichiarato che ratificherà gli atti per l’adesione al Sistema Unitario dei brevetti.
In altre parole, Londra, nonostante quanto accaduto con la recente “Brexit”, aderisce al Brevetto Unitario Europeo e ad un sistema che, in buona sostanza, mira ad una maggiore integrazione tra gli Stati membri UE in tema di brevetti.
Il Brevetto Unitario, che avrà efficacia per l’intero territorio dell’Unione Europea, unitamente al relativo Tribunale Unificato dei brevetti – che dovrebbe a questo punto avere sede proprio a Londra, oltre che a Parigi e Monaco di Baviera, mentre la Corte d’Appello avrà sede in Lussemburgo – consentiranno con una sola procedura, diversamente da quanto accade oggi, di rendere automaticamente valido il brevetto in tutto il territorio dell’Unione Europea e di sottoporre i relativi contenziosi ad un’unica entità che, pertanto, dovrebbe garantire maggiore uniformità da un punto di vista giurisprudenziale.
La notizia non ha solo un impatto dal lato inglese ma interessa direttamente anche l’Italia, ed in particolare Milano, che negli ultimi mesi dopo l’annuncio dell’esito delle votazioni in Gran Bretagna in tema di “Brexit”, si era candidata per ospitare una delle tre sedi del Tribunale Unificato dei brevetti.
Se si raggiungerà il numero minimo di paesi dell’Unione Europea per la ratifica dell’accordo (almeno 13 paesi e attualmente si registrano 12 adesioni, di cui l’ultima è stata proprio l’Italia) il Brevetto Unitario ed il Tribunale Unificato dei brevetti potranno diventare operativi e a Londra avrà sede la sezione del Tribunale Unificato competente in materia di life science e pharma.
Un’occasione persa per Milano e per l’Italia, soprattutto in ragione del fatto che il nostro paese risulta attualmente essere lo Stato UE con il maggior numero di brevetti a livello comunitario. In ogni caso si dovrà attendere l’effettiva entrata in vigore dell’accordo sul Brevetto Unitario e quindi l’inizio dell’operatività del Tribunale Unificato per verificare in concreto come il sistema potrà funzionare anche dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’UE.