Le persone e le aziende che si trovano in uno stato di sovraindebitamento, ovvero nell’incapacità di ripagare i propri debiti con il reddito ed il patrimonio disponibile, sono in preoccupante aumento, soprattutto a causa della crisi economica conseguente alla pandemia da Covid 19. Proprio per effetto del quadro negativo che si è creato già a partire dal primo lockdown dello scorso anno, il legislatore è intervenuto in favore di micro-imprese, artigiani, liberi professionisti, consumatori e famiglie.
«Secondo l’Outlook Abi-Cerved sui crediti deteriorati, pubblicato a febbraio 2021, si prevede nel 2021 un’impennata dei nuovi flussi, dovuta ad un aumento dei default delle aziende, con conseguente rialzo della rischiosità del credito», spiega Anna Porcari su ItaliaOggi, «gli Npls (e gli Utp, Unlikely-to-pay) saranno così il tema scottante dei prossimi mesi per i bilanci delle banche. Ancorché l’attuale congiuntura da Covid suggerisca un approccio prudente all’andamento di breve periodo, per via della limitata visibilità del contesto, è inequivocabile che il Sistema creditizio italiano, per raggiungere i target ratio gross Npl/Impieghi indicati dagli Organi di Vigilanza europei, dovrà avviare operazioni di dismissione. Nella sostanza, la crisi scatenata dalla pandemia sul sistema produttivo italiano porterà con sé necessariamente un consolidamento del settore degli Npls e, con esso, del recupero crediti massivo. Sempre secondo l’Outlook Abi-Cerved sui crediti deteriorati, gli impatti più significativi interesseranno le aziende di media dimensione e le imprese operanti nei servizi, settore particolarmente colpito dalla pandemia. Non è trascurabile neppure l’impatto che ciò genererà sull’andamento del mercato del lavoro a fronte della progressiva normalizzazione dei provvedimenti a sostegno dell’occupazione. Cassa integrazione e licenziamenti sono peraltro già solo alcune delle ragioni che nel tempo della pandemia stanno portando quote sempre più rilevanti di cittadini oltre l’indebitamento sostenibile. Oggi più che mai si avverte dunque la necessità di agevolare e semplificare anche l’accesso alle procedure di sovraindebitamento, che ricordiamo essere state introdotte con la Legge n. 3/2012 detta anche «Salva suicidi», sia per imprese che per consumatori».