Videogiochi e eSport non sono la stessa cosa. I profili di tutela giuridica non sono del tutto sovrapponibili», spiega su ItaliaOggi Francesco de Rugeriis. «I videogiochi sono prodotti ludico-interattivi utilizzabili con diversi device (console, pc, smartphone), ognuno dei quali ha un proprio game design che ne governa le modalità d’uso. La tutela si incardina nei diritti Ip. I videogiochi sono bouquet di privative: marchi (pensiamo ai nomi dei giochi, c.d. franchise), disegni e modelli (rilevanti per le interfacce grafi che) e brevetti. Il diritto principe è però il diritto d’autore: a livello unitario sono protetti come opere multimediali complesse, ma tale diritto rileva anche per i singoli elementi che li compongono (sceneggiature, colonne sonore, software)».
«Gli eSport non sono altro che titoli di videogiochi giocati a livello competitivo, ovvero nell’ambito di tornei organizzati da società specializzate nel management di queste tipologie di eventi, spesso realizzati in collaborazione con brand che decidono di investire nel settore, dando vita a Cup e campionati a gironi», aggiunge Miriam Loro Piana. «Oltre alla tutela del videogioco in sé, quindi, gli aspetti legali relativi al mondo eSport sono molteplici: advertising e sponsorizzazioni, diritti streaming delle competizioni, inquadramento giuslavoristico degli atleti, doping, scommesse. Uno dei temi più discussi attualmente riguarda il possibile inquadramento degli eSport come una ‘‘vera e propria’’ disciplina sportiva. Qualificazione, quest’ultima, che darebbe il via ad un effetto domino su tutta la regolamentazione del settore».
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