News , Media | 01.12.2020

Il collegio sindacale guarda a regole comunitarie


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Una riforma della responsabilità del collegio sindacale che avvicini l’ordinamento italiano a quello comunitario. E, soprattutto, incentivi l’assunzione della carica da parte dei professionisti migliori. È l’obiettivo a cui puntano l’Associazione studi legali associati (Asla) e l’Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc Milano) con un tavolo di lavoro volto a sollecitare un intervento legislativo che consenta, da un lato, appunto, di avvicinare la legislazione nazionale a quella comunitaria e, dall’altro lato, di generare un circolo virtuoso che porti i professionisti migliori ad assumere le cariche più delicate.

Va innanzitutto ricordato che con la Raccomandazione del 5 giugno 2008, la Commissione europea, dopo aver evidenziato l’esistenza di rischi di responsabilità molto elevati e un accesso alla copertura assicurativa sempre più limitato, suggeriva agli Stati membri di limitare la responsabilità degli organi di controllo (nell’occasione occupandosi dei revisori). Tale Raccomandazione, peraltro, faceva eco ai considerando della Direttiva 2006/43/Ce, in cui si era preso atto che la capacità di ottenere una copertura assicurativa dipendeva anche dal fatto che gli interessati fossero soggetti a responsabilità patrimoniale illimitata. L’effetto, evidenziato anche dalla dottrina, è che i professionisti migliori preferiscono evitare l’assunzione di incarichi societari, soprattutto là dove si presentino situazioni di articolare complessità giuridica, finanziaria o industriale.

Il tema è stato affrontato anche dal Consiglio nazionale dei commercialisti, nel 2018, suggerendo di «circoscrivere l’esposizione dei componenti del collegi», attraverso «una limitazione della responsabilità ad un tetto massimo». Iniziativa che, a quanto è dato sapere, è rimasta lettera morta. Ciò deriva dall’errata prospettiva con cui la questione è stata posta. La necessità di prevedere, salvo ovviamente il caso di dolo, una responsabilità limitata e, quindi, prevedibile dei componenti del collegio sindacale, non ha lo scopo di difendere la casta dei commercialisti, ma ha la finalità di difendere il sistema Italia. Solo in questo modo i professionisti migliori assumeranno la carica di sindaco, ciò che andrà a beneficio di tutta la collettività, perché solo questi professionisti avranno la capacità di individuare i segnali di crisi o di irregolarità e, al tempo stesso, avranno l’autorevolezza di intervenire prontamente.

Da ultimo va ricordato che il codice della crisi (dlgs 14/2019) ha acuito la responsabilità dei sindaci, imponendo un rafforzamento del loro controllo, volto a verificare anche l’adeguatezza dell’assetto organizzativo adottato dall’imprenditore,
accompagnato dall’obbligo di segnalare immediatamente l’esistenza di fondati indizi della crisi.

Qui l’articolo di Luciano Castelli per ItaliaOggi.

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Luciano Castelli

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