Secondo l’indagine di AslaWomen realizzata per Il Sole 24 Ore tra le avvocate dei grandi studi legali a vocazione internazionale, l’esperimento dello smart working ha retto il colpo. Anche se per le professioniste-mamme la partita è stata più pesante, con una condivisione dei carichi familiari sbilanciata e una “sostenibilità” che rischia di trasformare il lavoro agile in un boomerang.
«L’indagine conferma una tendenza importante – dice Barbara de Muro, partner di LCA e responsabile di AslaWomen – e cioè che lo smart working è una grande opportunità apprezzata dalla maggior parte delle professioniste e che su questo non bisogna fare passi indietro: sarà necessario piuttosto combinarlo con il lavoro in presenza». In quanto ai pesi addossati sulle spalle delle professioniste «dobbiamo considerare che in pieno lockdown le famiglie non hanno avuto i supporti ordinari, a cominciare dalle scuole – prosegue de Muro – ma è evidente che le dinamiche di sbilanciamento dei carichi ancora resistono».
Scopri i risultati della ricerca nell’articolo di Flavia Landolfi.