Prima i dibattiti su TikTok, ora il possibile lancio di un’app Instagram riservata ai minori di 13 anni. I social network guardano sempre di più al business dei minori, ma non mancano i problemi legati alla sicurezza e alla privacy.
Secondo Francesco de Rugeriis «a fronte di un corpo di regole chiare c’è una generalizzata ineffettività. Parlando di privacy: in Italia il consenso online è legalmente valido solo se reso da chi ha almeno quattordici anni; e secondo il Gdprsi devono attuare misure per appurare che l’utente soddisfi i requisiti di età. Ma ci si può limitare a chiedere la data di nascita quando si crea l’account? A quell’età si finge di essere più grandi nella vita reale, figurarsi quando si è dietro uno schermo. Stessa inefficacia c’è anche quando si parla di T&C. Le regole contrattuali dei social pongono dei limiti minimi di età; tendono, però, a rimanere un’astrazione. Bisogna osare di più per esser certi di chi «flagga». TikTok si sta muovendo con artificial intelligence e sistemi di segnalazione; certo, dopo un intervento del Garante e casi di cronaca nera con, purtroppo, bambini come protagonisti».
Qui l’articolo integrale di ItaliaOggi.