Il semicerchio è un segno banale e comune, carente di creatività e originalità ed è, pertanto, liberamente utilizzabile. Questa la valutazione offerta dal Tribunale di Milano con un’ordinanza datata 11 gennaio 2018, pronunciata a conclusione di un interessante procedimento cautelare avente a oggetto, da un lato, il marchio del gioco a premi “SUPERENALOTTO” e, dall’altro, l’opera d’arte scultorea “Maternità” (o “Abbraccio Materno”) dell’Artista F.B., caratterizzata dalla combinazione unitaria di un cerchio e di un semicerchio.
Nella primavera del 2017, l’Artista aveva domandato la tutela d’urgenza avverso l’utilizzo – da parte della Sisal Group S.p.A. e della Sisal S.p.A. – dell’emblema del “SUPERENALOTTO” caratterizzato dalla lettera “U” tagliata in modo da formare un semicerchio; segno colpevole, a suo avviso, di contraffare e plagiare la propria opera.
Già in prima battuta, con ordinanza del 10 novembre 2017, la Corte Milanese aveva respinto il ricorso di F.B. ed escluso la ricorrenza dell’illecito, affermando che nella campagna relativa al “SUPERENALOTTO” non poteva ravvisarsi l’opera di F.B. per ragioni artistico-concettuali. Difatti, mentre il messaggio comunicativo del lavoro dell’Artista era “il senso di protezione suscitato dall’abbraccio materno”, la comunicazione delle resistenti era volta a trasmettere una sensazione di felicità e allegria fondata sulla leggerezza e sulla partecipazione a un gioco di per se aleatorio e dall’esito incerto; dunque “agli antipodi rispetto alla visione rassicurante evocata dall’amore materno”.
In sede di reclamo il Tribunale è giunto alle stesse conclusioni, pur argomentando su basi meno poetiche. Fondando la propria decisione su un’analisi strutturale dell’opera, il Giudice ha ravvisato l’originalità di quest’ultima soltanto nella sua interezza compositiva, ossia nella combinazione dei suoi componenti geometrici, reputati “banali e carenti di alcuna originalità” se considerati singolarmente.
Il Tribunale ha così affermato che il semicerchio del “SUPERENALOTTO” non è idoneo a integrare alcuna contraffazione o plagio dell’opera di F.B., in quanto consistente in “un banale segno grafico evocante, per il contesto in cui è inserito, un sorriso, al quale per la sua semplicità e banalità, non può essere attribuito alcun gradiente di creatività”.
Rassicuriamoci: se dovessimo vincere al “SUPERENALOTTO”, potremo ancora sorridere.