News , Media | 25.01.2021

Pro bono, l’attività degli studi legali non si ferma


Marketing & Communication
marketing@lcalex.it

Molti studi legali, con il Covid, hanno donato ore di lavoro alle aziende per consigliarle. «In un mondo dove è sempre più radicato il principio per cui “non c’è business senza etica e creazione di valore condiviso”, con i manager delle aziende sempre più orientati verso obiettivi di sostenibilità (ambientale, sociale, di inclusione ecc.)», dice Sara Moro, intervistata da ItaliaOggi Sette «gli studi legali strutturati, come LCA, condividendo tali valori e consapevoli della loro responsabilità e condizione “privilegiata” (grazie al numero di professionisti di cui dispongono e delle competenze di elevata qualità che possono mettere a disposizione della “comunità”), non potevano affatto restare inerti e indifferenti. Al contrario, sospinti da un rinnovato senso di responsabilità, i nostri programmi pro bono sono stati intensificati e i team di lavoro allargati, dedicando maggiori ore e coinvolgendo un numero sempre più alto di professionisti. Ed è innegabile che questo aspetto – anche se puramente interno-organizzativo – costituisca il primo evidente elemento di discontinuità rispetto ai mesi precedenti, al quale si aggiunge un ulteriore elemento, del tutto inedito, relativo all’identità dei nuovi destinatari dell’attività pro bono. Si tratta quasi prevalentemente di pmi, interlocutori che fino all’anno scorso sono sempre stati estranei a questo ambito, in virtù della solidità e vitalità del loro tessuto produttivo, che tuttavia – a causa dell’emergenza Covid-19 – sono stati privati delle risorse da investire in consulenza qualificata. Abbiamo offerto consulenze legali online a titolo completamente gratuito, sia in occasione di eventi virtuali, come i webinar, sia attraverso la pubblicazione di memo, note, vademecum che hanno fornito risposte e pareri legali, sotto il profilo civile, amministrativo, fiscale e penale, in ordine ai nuovi adempimenti richiesti dalle nuove misure emergenziali emanate dal Governo. Ma ci è stato chiesto aiuto anche dalle famiglie e persone fisiche che in questo momento attraversano difficoltà economiche: chi doveva rinegoziare un contratto di locazione o di mutuo, chi doveva chiedere un prestito, e così via. In questo contesto di rinvigorita solidarietà sociale, abbiamo anche avuto modo di conoscere un paese di imprenditori virtuosi (aziende tessili, concerie, produttori di geo-tessuti) – alcuni già noti, altri meno – che hanno aiutato la comunità – e per questo hanno meritato il nostro supporto – riconvertendo la loro produzione industriale in produzione di dispositivi di protezione individuali».

Qui l’articolo completo a cura di Antonio Ranalli.

Equity Partner
Sara Moro
Senior Associate
Antonio Caterino

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