A più di 70 anni dalla sua messa su strada, l’iconica Vespa del Gruppo Piaggio ha ottenuto da un tribunale italiano il primo riconoscimento della sua originalità.
Il caso nasce da una vicenda avvenuta nel 2013, quando in coincidenza con l’Esposizione Internazionale Cicli e Motocicli, la Guardia di Finanza, Compagnia di Rho – Nucleo Mobile, ha proceduto con il sequestro di undici scooter esposti e appartenenti a sette espositori differenti, le cui forme costituivano un’imitazione della Vespa. Nell’ambito di suddetta operazione, la Guardia di Finanza ha rilevato che i prodotti violavano il diritto di esclusiva del Gruppo Piaggio costituito dal cosiddetto “marchio tridimensionale” registrato dall’azienda toscana, che protegge la forma distintiva della Vespa. Un titolo che – secondo Piaggio – rappresenta “un fondamentale elemento di difesa delle linee uniche e caratterizzanti di Vespa, ed è il più completo strumento di tutela dell’iconica forma di questo prodotto globale”.
L’azienda italiana aveva pertanto agito dopo l’esposizione dello scooter “Ves”, prodotto dalla società cinese Taizhou Zhongneng, che risultava del tutto simile alla Vespa Piaggio, in particolare al modello LX del 2005. La società cinese aveva a sua volta citato Piaggio davanti al Tribunale di Torino richiedendo l’annullamento del marchio costituito dalla forma tridimensionale di Vespa, nonché una pronuncia che escludesse la configurabilità della contraffazione del marchio stesso rispetto allo scooter “Ves” sequestrato all’EICMA.
Lo scorso 6 aprile, la sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Torino ha chiuso la vicenda con una doppia attribuzione a favore del Gruppo italiano. Non solo il modello LX del 2005 è risultato oggetto di un marchio di forma tridimensionale di titolarità di Piaggio, ma tutte le Vespa — fin dalla prima produzione risalente al 1946— sono riconosciute nella loro forma come opera di design industriale “tutelate dall’articolo 2, comma 10, della legge sul diritto d’autore” dunque, vietando alla società cinese di commercializzare “Ves” in Italia.
Per il Gruppo Piaggio si tratta di una sentenza storica che conclude positivamente la vicenda nata quattro anni fa e che è volta a tutelare il modello a due ruote, da sempre simbolo del made in Italy.