Non passa settimana in Italia senza che qualcuno non annunci l’avvio di una class action. Introdotta in Italia 12 anni fa, la norma vuole tutelare chi singolarmente ha subìto danni di portata economica modesta e che difficilmente andrebbe in tribunale per far valere le proprie ragioni. Fino ad oggi hanno pesato soprattutto la difficoltà di identificare e quantificare il danno subìto e nel trovare gruppi di richiedenti omogenei. Ora arriva però il cambio di rotta con l’introduzione di nuove misure ispirate all’esperienza statunitense dove la class action è nata.
Ma per Luciano Castelli, intervistato su Il Venerdì di Repubblica, potrebbe non bastare: «Nei sistemi giuridici anglosassoni, a sostenere le cause è la presenza di un florido mercato di litigation fund, che sostengono le liti in tribunale in cambio di una quota sulla somma incassata in caso di successo».
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