News , Talk | 13.03.2017

Il Garante Privacy: Yahoo! deve rimuovere il link a sito statunitense con dati inesatti e obsoleti


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Yahoo! Emea Limited dovrà rimuovere il link alla pagina web di un sito statunitense in cui sono state pubblicate informazioni inesatte e non aggiornate relative ad un cittadino italiano precedentemente coinvolto in una vicenda giudiziaria verificatasi in territorio americano.

Quanto appena affermato è stato stabilito dal Garante Privacy il quale ha accolto il ricorso di un cittadino italiano i cui dati personali (anche relativi alle caratteristiche fisiche) erano stati pubblicati  su un sito statunitense riportante gli arresti compiuti ogni giorno negli Stati Uniti d’America.

Nel ricorso presentato al Garante Privacy il 19 ottobre 2016 nei confronti di Microsoft Italia S.r.l., Microsoft Corporation, Yahoo! Italia S.r.l., Yahoo!Emea Limited ed Aol Inc., quali gestori dei motori di ricerca “Bing”,” Yahoo! Search” ed “Aol”, l’istante ha, tra l’altro, lamentato il danno derivante dalla pubblicazione di informazioni inesatte e obsolete relative all’arresto dallo stesso subito nel corso del 2015 per un reato poi derubricato in una fattispecie di minore gravità. Circostanza che veniva omessa sul sito, risultando ancora le notizie relative alla prima ipotesi di reato, senza che venissero fornite informazioni sui successivi sviluppi della vicenda giudiziaria archiviatasi “con un non luogo a provvedere nell’immediato futuro”.

Il Garante Privacy anche alla luce dei principi espressi nelle sentenze della Corte di Giustizia europea “Google Spain” e “Weltimmo”, ha affermato la competenza dell’Autorità italiana sul caso in esame. Alla medesima conclusione era, peraltro, giunto il Tribunale di Milano con sentenza pronunciata in data 5 gennaio 2017, nell’ambito di una opposizione avanzata da Yahoo! avverso un provvedimento del Garante Privacy.

Il Tribunale di Milano, oltre a confermare la sussistenza della giurisdizione del Garante italiano alla luce della direttiva 95/46, ha affermato che alla stessa conclusione si sarebbe potuto pervenire attraverso la necessità di garantire il principio di effettività della tutela “a fronte di una lesione derivante da un illecito trattamento di dati personali avvenuti online ed i cui effetti dannosi si sono verificati in Italia”.

Il Garante Privacy, nell’accogliere il ricorso, ha ritenuto illecita la diffusione di informazioni inesatte e non aggiornate riferite al soggetto ricorrente in quanto contrastanti con la normativa nazionale ed europea. Per tale motivo ha ordinato a Yahoo! di provvedere, entro venti giorni, alla rimozione del link dalla pagina web del sito statunitense.

È stato inoltre dichiarato il non luogo a provvedere sul ricorso nei confronti di Microsoft e di Aol in quanto hanno provveduto a rimuovere il link nel corso del procedimento.


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