Il 30 marzo scorso il TAR del Lazio ha messo fine ad un lungo iter giudiziario avviato nel 2014, tra gli altri, da alcune associazioni di consumatori e rappresentanti di Internet Service Provider (ISP), rigettando i ricorsi presentati in merito alla presunta incostituzionalità del Regolamento sul diritto d’autore online pubblicato nel marzo 2014, atto che ha conferito all’Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCOM) poteri regolamentari, di intervento e sanzionatori. Il Regolamento era infatti stato subito posto al centro di una battaglia legale, giunta sino al vaglio della Corte Costituzionale, che tuttavia, respinte le eccezioni di incostituzionalità, aveva rimesso nuovamente il giudizio al tribunale amministrativo.
Con la pronuncia del 31 marzo scorso si è posto fine alla discussione, essendo stata confermata la legittimità e l’assoluto equilibrio del Regolamento.
La sentenza ha preliminarmente riconosciuto la titolarità in capo ad AGCOM dei poteri regolamentari e di vigilanza sul rispetto del diritto d’autore, compresa la facoltà di adottare interventi in concorrenza – ma non in sostituzione – a quelli dell’autorità giudiziaria (c.d. teoria del doppio binario).
Il TAR ha poi preso posizione in merito alla questione dei costi per il blocco e la rimozione dei contenuti illegali, ad oggi di spettanza degli ISP. I giudici hanno confermato che, secondo la vigente normativa comunitaria e nazionale, questi ultimi possono essere destinatari di provvedimenti finalizzati a limitare le “esternalità negative” prodotte dalla loro attività, facendosi carico dei relativi costi (cosa che peraltro già accade – ad esempio – nel settore dell’online gambling, qualora la raccolta di scommesse venga esercitata illegalmente).
In conclusione, secondo il TAR, il Regolamento – recentemente eletto a best practice anche a livello europeo – ha risposto legittimamente e in modo soddisfacente alle esigenze di tutela degli operatori del settore – oggi gravemente vessato dalla pirateria – permettendo all’Italia di uscire dalla watch list della United States Trade Representative, organismo che registra i Paesi considerati carenti in tema di protezione dei diritti e di tutela del copyright.
A questo punto l’AGCOM potrà dare maggiore incisività alla sua azione, seguendo quanto auspicato dalla relazione della Commissione d’inchiesta sulla contraffazione e la pirateria, che, oltre ad aver apprezzato l’emanazione di linee-guida destinate agli operatori, ha suggerito misure ancor più efficaci, quali il blocco IP ed un’azione specifica contro cyberlocker e siti di streaming.