Correva l’anno 2006 quando la C.r.a.f.t. S.r.l., piccola impresa toscana, citava in giudizio il colosso Autostrade per l’Italia S.p.A. per far dichiarare la contraffazione del proprio brevetto relativo a un sistema di rilevazione della velocità media dei veicoli che circolano su strade e autostrade.
Dopo 12 anni di battaglie e un passaggio dalla Corte di Cassazione, il 10 aprile 2018 la Corte d’Appello di Roma ha dichiarato che il sistema di rilievo della velocità media denominato “Tutor” o “Safety tutor”, installato da Autostrade per l’Italia S.p.A. sulla propria rete autostradale, costituisce contraffazione del brevetto di cui è titolare C.r.a.f.t. S.r.l..
La pronuncia si pone in contrasto con i giudizi precedenti, che evidenziavano e valorizzavano le differenze tecniche fra i meccanismi di funzionamento dei trovati di Craft e Autostrade. Il fatto che il tutor di Autostrade per l’Italia facesse uso – per superare il problema tecnico e di sicurezza correlato al solo rilievo della velocità “puntuale” (in sostanza: l’inchiodare prima dell’“Autovelox”) – di una sistema di rilievo della velocità media “a spire induttive”, diverso da quello “a spire ottiche” implemento da Craft, era stato ritenuto decisivo nell’escludere la contraffazione.
Di diverso avviso la Corte d’Appello in sede di rinvio, secondo la quale la sostituzione del mezzo di rilevazione della velocità effettuata da Autostrade appare “del tutto banale e priva di creatività e originalità perché rientrante nelle comuni conoscenze di un tecnico del settore”. Un accorgimento, dunque, non sufficiente a evitare la contraffazione per equivalenza del “cuore del brevetto” di Craft, costituito “dall’accertamento della velocità media mantenuta da un veicolo, identificato tramite la targa posteriore, per mezzo di sensori di rilevamento posizionati su una porta di entrata e una porta di uscita con collegamento ed elaborazione elettronica dei dati rilevati”.
Sulla base di tale argomento il Giudice ha inibito ad Autostrade per l’Italia la commercializzazione, la fabbricazione e l’utilizzo del proprio sistema, con l’applicazione di una somma di €500,00 per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento inibitorio. Tuttavia, la Corte non ha accolto le domande di risarcimento di Craft, asserendo che questa non è stata in grado di soddisfare l’onere della prova sul quantum. D’altro canto, secondo la Corte d’Appello, l’utilizzo del sistema “Tutor” non fa che favorire il rispetto dei limiti di velocità, ma non comporta utili per il gestore della strada, neppure sotto un profilo di risparmio dei costi.
In seguito alla sentenza, Autostrade per l’Italia ha rilasciato un comunicato in cui ha affermato, da un lato, che Autostrade si farà carico della sanzione stabilita dal Giudice e che i “Tutor” attivi non saranno disattivati, per evitare che ne vengano annullati i benefici, ossia la riduzione del 70% il numero di morti sulla rete autostradale; dall’altro, che la pronuncia sarà impugnata presso la Corte di Cassazione.
Dunque, non finisce qui; nel frattempo, in ogni caso: guidate con prudenza.