News | 18.04.2019

#NotreDame


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Un sentimento misto di rabbia e impotenza ci ha assalito davanti alle immagini del tetto di Notre Dame che si sgretola incandescente e della guglia che inesorabilmente si accascia e crolla. L’emozione è stata la stessa a ogni latitudine, espressa in modo così diversamente uguale da persone del tutto eterogenee tra loro, superando le barriere degli stati nazionali e della politica.

“Ricostruiremo Notre Dame!”  È quello che ha detto subito il Presidente Macron, ma che tutti abbiamo sentito come bisogno immediato, come sfida catartica alla ferita di un patrimonio che appartiene a chiunque ha avuto occasione di passare davanti a Notre Dame.

Notre Dame è il passato e il presente, popolato da re, generali, scrittori, pittori, folle anonime, turisti distratti, fedeli ferventi ed occasionali.  Notre Dame ha visto tutti e tutti hanno visto Notre Dame.  Soltanto nel momento in cui le perdiamo, ci rendiamo conto che le opere d’arte sono i custodi della memoria e della nostra identità, individuale e collettiva, storica e attuale.

Ricostruire ciò che è crollato è la parola d’ordine: Notre Dame è anche il futuro!


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