1. Premessa
Il 25 giugno 2025 è entrata in vigore la Legge 13 giugno 2025, n. 89, recante “Disposizioni in materia di economia dello spazio”, approvata con il fine dichiarato di colmare un vuoto normativo rilevante in un settore, quale quello spaziale, che ha assunto un ruolo strategico sempre più rilevante.
La legge ha introdotto un quadro organico per l’autorizzazione, la vigilanza e la responsabilità degli operatori spaziali, nonché per la promozione dell’economia dello spazio.
2. Contenuto e struttura della Legge n. 89/2025
La normativa si compone di 5 Titoli che disciplinano, oltre al campo di applicazione territoriale e personale della legge:
- l’esercizio delle attività spaziali e il sistema autorizzatorio, stabilendo i requisiti necessari e il procedimento di rilascio;
- la registrazione degli oggetti spaziali, inerenti all’immatricolazione degli stessi, e alla riorganizzazione del Registro nazionale presso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI);
- la responsabilità per eventuali danni causati a terzi da oggetti spaziali nell’ambito di attività autorizzate e gli obblighi assicurativi;
- le misure volte a promuovere investimenti, PMI e start-up, con strumenti finanziari e programmatici specifici.
3. Promozione della Space Economy
Elemento distintivo e innovativo della legge in commento è la parte dedicata alle misure per l’economia spaziale, che è quella che risponde maggiormente alle esigenze derivanti dalla profonda trasformazione che caratterizza il settore spaziale, sia dal punto di vista economico che istituzionale.
Esso si pone come obiettivo quello di promuovere gli investimenti privati nella Space Economy, favorendo l’accesso degli operatori privati e introducendo una disciplina di favore per le PMI e le start-up.
Sono in particolare previsti diversi strumenti volti a sostenere l’ecosistema spaziale nazionale, tra cui si segnalano i seguenti:
- Piano Nazionale quinquennale per la Space Economy, relativo ai fabbisogni del settore spaziale per individuare gli investimenti finanziabili con risorse pubbliche e contributi privati;
- fondo pluriennale per l’economia spaziale, per promuovere le attività spaziali, favorire la crescita del mercato dei prodotti e dei servizi innovativi basati sullo spazio, con una dotazione iniziale di 55 milioni di euro;
- norme di favore per PMI e start-up, in particolare negli appalti pubblici, per facilitarne la partecipazione e promuovere le attività e le tecnologie spaziali;
- riserva di capacità trasmissiva nazionale, gestita da operatori UE/NATO, per garantire la continuità e la sicurezza delle comunicazioni satellitari in situazioni critiche.
Tali misure evidenziano la volontà del legislatore di sostenere la competitività del settore anche sotto il profilo tecnologico, industriale e della sicurezza nazionale.
4. La proposta di Space Act dell’Unione europea
Contestualmente all’entrata in vigore della legge in commento, la Commissione europea ha pubblicato la proposta di Regolamento dell’Unione Europea in materia di sicurezza, resilienza e sostenibilità delle attività spaziali dell’Unione.
La proposta europea rappresenta un passo ambizioso verso il tentativo di armonizzare le norme in materia di sicurezza, resilienza e sostenibilità delle operazioni spaziali, mirando a definire un quadro normativo uniforme per l’intera Unione.
La proposta di Regolamento si compone di 129 articoli e si fonda su tre pilastri fondamentali:
- sicurezza, introducendo nuove norme per rintracciare gli oggetti spaziali e limitare nuovi detriti, preservando l’accesso sicuro e ininterrotto dell’Europa allo spazio;
- resilienza delle infrastrutture, rafforzando la protezione delle infrastrutture spaziali europee al fine di garantirne la continuità operativa;
- sostenibilità ambientale dello spazio, prestando attenzione alle modalità di valutazione e di riduzione dell’impatto ambientale delle attività spaziali.
Il Regolamento è inoltre caratterizzato da:
- il mutuo riconoscimento delle autorizzazioni tra Stati membri;
- la possibilità per gli Stati di adottare requisiti più stringenti;
- una governance centralizzata per gli operatori di Paesi terzi.
L’entrata in vigore è prevista dal 2030, lasciando un ampio margine per il coordinamento con le normative nazionali, inclusa la nuova legge italiana.
5. Conclusioni
La nuova legge rappresenta un’evoluzione significativa del quadro normativo italiano in materia spaziale, ponendo l’Italia tra i Paesi dotati di una legislazione moderna, conforme agli standard internazionali e attenta alle esigenze della nuova economia dello spazio.
La proposta di Space Act dell’UE, se approvata, avrà un impatto diretto sull’attuazione della legge, soprattutto in materia di requisiti tecnici e autorizzatori. Sarà cruciale monitorare l’evoluzione del negoziato europeo e l’adozione dei decreti attuativi nazionali, affinché si realizzi un’integrazione coerente tra livelli normativi e si evitino duplicazioni o conflitti di competenze.
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